Perché un ‘Omaggio a Socrate’ in un sito dedicato essenzialmente agli Stoici? La risposta è semplice: perché Socrate, che è universalmente ritenuto colui che ha per primo introdotto l’Etica nel discorso filosofico, attraverso i suoi discepoli Antistene e Platone è all’origine di due indirizzi filosofici destinati a durare nei secoli e giungere fino a noi. Il primo di questi indirizzi filosofici è rappresentato dalla scuola Cinica, le cui figure principali sono, in successione cronologica, quelle di Antistene, Diogene di Sinope e Cratete. Da questa stessa scuola Cinica, alla quale mi propongo di dedicare in un prossimo futuro un altro ‘Omaggio’, nascerà poi la scuola Stoica, giacché il suo fondatore, ossia Zenone di Cizio, fu per un certo tempo allievo proprio di Cratete. Il secondo indirizzo filosofico è rappresentato da Platone, che con la fondazione dell’Accademia scelse invece la via dell’Idealismo.
A più di duemila anni dalla sua scomparsa, l’Omaggio che dedico a Socrate si compone di sei miei testi.
1) Il primo è la mia traduzione dal greco in italiano del capitolo che Diogene Laerzio dedica a Socrate nel II Libro delle sue ‘Vite dei Filosofi’. Questo testo risale alla prima metà del III secolo dopo Cristo.
2) Il secondo testo è il mio riassunto-sintesi molto dettagliato della ‘Apologia di Socrate’ scritta da Platone. Socrate fu condannato a morte e morì nel 399 avanti Cristo. Quando Platone abbia scritto questa Apologia non è noto con certezza, ma si può ragionevolmente datare la sua redazione entro il decennio successivo alla morte di Socrate, ossia tra il 399 e il 389 a. C. Non propongo la traduzione di quest’opera bensì il riassunto-sintesi, in quanto ho pensato che questo testo possa essere utile soprattutto ai giovani studenti delle scuole superiori, i quali per la prima volta incontrano Socrate sulla loro via e non hanno tempo sufficiente da dedicare ad un testo altrimenti piuttosto lungo ed impegnativo.
3) Il terzo testo è la mia traduzione dal greco in italiano della ‘Apologia di Socrate’ scritta da Senofonte. Si tratta di un testo del quale è impossibile stabilire una data di redazione certa, ma che è verosimilmente coevo a quello di Platone. Ne offro la traduzione poiché si tratta di un’operetta di lunghezza contenuta, di facile leggibilità e capace di lumeggiare aspetti di Socrate che invece Platone preferisce ignorare o trascurare.
4) Il quarto testo è una mia breve nota nella quale mi piace sfatare la diceria secondo la quale Socrate è l’autore della famosa frase “So di non sapere nulla”: frase talmente utile e adatta alla pigrizia mentale degli esseri umani da essere scritta sulle T-shirt che si vendono a migliaia nella Plaka di Atene. E nel contempo faccio notare come il ‘démone’ che Socrate per primo introduce nel discorso filosofico possa essere il diretto progenitore della ‘proairesi’ di Epitteto.
5) Nel quinto testo lascio la parola direttamente a Socrate, il quale discute in prima persona del suo démone, ne rintraccia la presenza in testi di autori di tutte le epoche e ne conferma la stretta parentela con la proairesi di Epitteto.
6) Nel sesto testo Socrate parla della sua cosiddetta ‘atopia’ e ce ne dà una spiegazione assai diversa da quelle correnti. Ma soprattutto ci mostra come il modello dell’animo elaborato dagli Stoici renda obsoleto quello di Platone, che è invece ancora oggi considerato e utilizzato quale modello standard.