L’Autore

Franco Scalenghe

Io sono colui che è rientrato da quella porta dalla quale uscirono, perché scacciati, Adamo ed Eva.

Franco Scalenghe

Il greco io l’ho imparato in Italia, sui banchi del Ginnasio e del Liceo tra il 1956 ed il 1961. Ho ben presente quale eco avessero in me certi versi di Archiloco o di Saffo, e lo stupore e la profonda soddisfazione che provavo nel riconoscermi figlio di Zeus. L’olimpica calma di cui sono capace viene certamente di lì.

Scelsi poi di frequentare una facoltà scientifica e fui dichiarato Biologo prima e Biologo Molecolare poco dopo. Passai gli anni tra il 1969 ed il 1981 in varie Università ed Istituti di ricerca d’Europa, cercando di capire come fosse regolata l’attività di certi geni di un moscerino della frutta. Fra tante cose divertenti, la più divertente di tutte fu di essere il primo ad ottenere cloni di DNA dalla microdissezione di frammenti di cromosomi politecnici; ma devo anche dire che oggi resisterei alla tentazione di spiegare fenomeni complessi sulla base di molecole note, laddove essi non possono essere spiegati che sulla base di molecole che non sono ancora state scoperte. A chi allora mi avesse chiesto che mestiere facevo, avrei risposto: “Il genetista”.

Ai miei colleghi questo tipo di attività, ed anche molto meno, apparentemente bastava per dare, come si dice, un senso alla vita. Ma non bastava a me, e diventava sempre più chiaramente un surrogato di quel che cercavo davvero. Che razza di verità è mai quella della Ricerca Scientifica se è prodotta da gente come i ricercatori? E può mai esistere una verità che sia separata dalla felicità e dalla bellezza? Può davvero chiamarsi Scienza qualcosa di tanto lontano dalla felicità? Cos’ho io a che fare con la Pseudocultura?
-‘Ma anche se tu la chiami Pseudocultura, le sue scoperte sono molto spesso utili e graziose’-
-‘E chi dice che non lo siano? Ma come transito, come alberghi. Giacché cosa impedisce che chi si esprime come Demostene sia sfortunato? Cosa impedisce che chi è insignito di un Premio Nobel sia meschino, pianga, invidi; insomma sia sconcertato, sia infelice? Nulla! Vedi dunque che questi della Pseudocultura sono alberghi di nessun valore ed altro era l’obiettivo’-
Dopo essere stato anch’io autore di almeno un paio di pubblicazioni (*) che, con mia sorpresa, rimangono nella Storia della Biologia, verso la metà degli anni ’80 abbandonai dunque la Biologia Molecolare scegliendo di ritrovarmi nudo e solo, ma finalmente confrontato con quella che per me era ed è l’unica e vera Cultura: la Scienza della Felicità.

Bastò dargli una spolverata ed il mio greco riemerse rapidamente. Non affermo di esserne un esperto. Dico soltanto che era quanto serviva a me. Il passo da Socrate ad Epitteto fu mediato dalla casuale lettura del Manuale nella vecchia traduzione di G. Leopardi. Perché dunque lo Stoicismo? Perché soltanto i maestri dell’Antica Stoa hanno saputo trovare la Verità, non sul vivere, ma per vivere bene, e ce ne hanno dato la chiave. Perché Epitteto? Perché Epitteto sta alla filosofia come Einstein sta alla fisica. A chi oggi mi chiede che mestiere faccio, rispondo così: “Come tu ti rallegri di migliorare il tuo fondo e un altro la sua automobile, così io mi rallegro comprendendo di riuscire ogni giorno ad essere felice e bello”.

(*) I due lavori scientifici ai quali qui faccio riferimento sono i seguenti:

(1) F. Scalenghe, E. Turco, J.E. Edstrom, V. Pirrotta and M.L. Melli: “Microdissection and cloning of DNA from a specific region of Drosophila melanogaster polytene chromosomes” Chromosoma 82, 205-216 (1981).

(2) M.P. Scott, A.J. Weiner, T.I. Hazelrigg, B.A. Polisky, V. Pirrotta, F. Scalenghe and T.C. Kaufman: “The molecular organization of the Antennapedia locus in Drosophila” Cell 35, 763-776 (1983).

ENG

I am not the man who spends his life searching, I am the one who finds.

Franco Scalenghe

I first learned ancient Greek language on the school desks of my Italian Gymnasium and ‘Liceo’, between 1956 and 1961. I know very well how certain lines of Archilocus’ or Sappho’s poetry echoed within myself, and the astonishment and the deep satisfaction that I felt in recognizing myself as a son of Zeus. The Olympic calm of which I am capable, certainly sprung during those years.

I then chose to attend a Scientific Faculty and was first declared Biologist and Molecular Biologist a few years later. I spent the years between 1969 and 1981 in several European Universities and Research Institutes, trying to understand the regulation of gene activity in Drosophila. Among many other amusing achievements*, the most amusing of all was that of being the first researcher able to get DNA clones from the micro-dissection of polythene chromosomes. But I must add that today I would better resist the temptation of explaining complex biological phenomena on the basis of known molecules, whereas they can be explained only on the basis of molecules that have yet to be discovered. If someone, at that time, had asked me about my job, my answer would have been: “I am a geneticist.”

This kind of activity, and even much less than this, was apparently enough to give, so to speak, a sense to the life of my colleagues. But it was not at all enough to me, and more and more clearly it was becoming a substitute of what I was really looking for. What kind of Truth is the Truth of scientific research, if people like the researchers produce it? And can a Truth ever exist, that is separated from happiness and beauty? Towards the middle of the ’80s, I therefore dropped Molecular Biology and chose to find myself naked and alone, but eventually confronted with the Science that for me was, and still is, the only one and true Science: the Science of Happiness.

A slight brushing of its dust was sufficient to allow my Greek to quickly re-emerge. I will never say that I am a Greek scholar; I only say that it was what I needed. The step from Socrates to Epictetus was brought about by the accidental reading of Epictetus’ Handbook in the old Italian translation of G. Leopardi. Why, therefore, the ancient Stoicism? Because only the Masters of the ancient Stoicism have found the Truth, not about living, but for living well, and have given us the key to it. Why, therefore, Epictetus? Because, in my opinion, Epictetus is to Philosophy what Einstein is to Physics. To the fellows who today ask me about my job, I can give this answer: “Like you are glad to improve your fund, and another is glad to improve his car, so I am glad to understand that every day I improve myself and that every day I am able to be happy and beautiful.”

(*) In particular I am referring here to two scientific papers:

(1) F. Scalenghe, E. Turco, J.E. Edstrom, V. Pirrotta and M.L. Melli: “Microdissection and cloning of DNA from a specific region of Drosophila melanogaster polytene chromosomes” Chromosoma 82, 205-216 (1981)

(2) M.P. Scott, A.J. Weiner, T.I. Hazelrigg, B.A. Polisky, V. Pirrotta, F. Scalenghe and T.C. Kaufman, “The molecular organization of the Antennapedia locus in Drosophila” Cell 35, 763-776 (1983).